Il “Giro” di Bugno

Maglia rosa il primo giorno nella breve crono di Bari. Poi non l’ha più mollata sino a Milano, sull’ultimo traguardo, alla stregua di quel che aveva fatto nel ’73 Eddy Merckx.

Mappa giro 1990

73ª Edizione

Corsa Rosa

Il Giro d’Italia 1990, si svolse in venti tappe svoltesi dal 18 maggio al 6 giugno 1990, per un percorso totale di 3 450 km. Fu vinto da Gianni Bugno con il tempo di 91h51’04” alla media di 37,609 km/h.

Il podio fu completato dalla seconda e terza posizione in classifica del francese Charly Mottet e dell’italiano Marco Giovannetti rispettivamente con un ritardo di 6’33” e di 9’01”.

Storia di un’impresa

Cronometro

Crono

Si parte con la cronometro di Bari e Bugno sorprende tutti. Forse anche se stesso. Gianni vince con 3” su Thierry Marie e 9” su Lech Piasecki, due superspecialisti. LeMond gli concede 29”, il “Professor” Fignon ne perde 31”.

Ci si chiede fino a dove possa arrivare il nuovo campione in maglia rosa.

A 26 anni, Bugno va alla ricerca dei suoi limiti e lo fa senza risparmiarsi. Mentre commentatori e consiglieri vari gli suggeriscono di lasciare la maglia simbolo del comando per non sfibrare la squadra, Gianni continua a stupire guadagnando terreno ovunque. Conquista una seconda tappa a Vallombrosa e chiude la porta in faccia a tutti nella maxi- crono di Cuneo, dove è battuto soltanto da Luca Gelfi per 6”. Fignon è costretto al ritiro, mentre Vladimir Pulnikov, primo a Langhirano, scrive una pagina di storia rosa diventando il primo sovietico a vincere una tappa.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Montagna

Montagne

L’ultimo rivale da susperare è Charlie Mottet, che prova a mettere in difficoltà Bugno nel tappone dolomitico tra Dobbiaco e il Passo Pordoi. Il francese lo attacca due volte sulla Marmolada, ma Bugno risponde alla grande e sulla salita verso il Pordoi è lui stesso a scandire un passo agile e imponente nello stesso tempo. In cima, secondo le regole non scritte della tradizione, finge un guaio meccanico e lascia il successo di giornata al più irriducibile dei suoi avversari.

Il Giro lo ha già ampiamente vinto, quando Gianni Bugno mette anche la ciliegina sulla torta conquistando la cronometro del Sacro Monte di Varese. A Milano può festeggiare un Giro dominato dalla prima all’ultima tappa come soltanto Girardengo (nel 1909), Binda (1927) e Merckx (1973) erano riusciti a fare prima. Bugno vincerà poi due Mondiali (Stoccarda 1991 e Benidorm 1992), salirà due volte sul podio del Tour de France (secondo nel ’91 e terzo nel ’92), avrà giornate super nelle gare di un giorno, ma non riuscirà a ripetersi nei Grandi Giri.

“Non ho nulla da perdere, tutto da guadagnare. Se fatico io, devono faticare anche loro per venirmi a riprendere. Invece non mi prenderanno...”

Gianni Bugno

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